
A 20 anni dalla sua morte, nulla è cambiato. I processi sulla trattativa Stato-Mafia continuano, e anzi si arricchiscono di nuovi risvolti, fra cui il coinvolgimento del capo dello stato, giorgio napolitano, che ha negato la pubblicazione delle intercettazioni che la Procura di Palermo aveva acquisito per le indagini.
Perchè il presidente della repubblica, che dovrebbe essere garante del principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, vuole nascondere quella telefonata avuta con Mancino? Che cosa si saranno detti?
Oggi vogliamo ricordare Paolo Borsellino soprattutto per ricordare i magistrati di oggi. Uno su tutti Ingroia, che sta facendo lo stesso lavoro che hanno fatto Falcone e Borsellino, e, come loro, si ritrova nemici da più parti, politici in primis, quirinale compreso. E vogliamo ricordarlo facendo un appello forte all’opinione pubblica: dobbiamo piangere anche Ingroia per capire come i politici e la mafia sia collusi, dobbiamo aspettare l’ennesimo attentato ad un magistrato per capire quanta importanza ha il suo lavoro, soprattutto adesso che si è vicini alla verità? Vogliamo continuare a ricordare i magistrati da morti, oppure vogliamo aiutarli mentre sono ancora vivi e fanno il loro lavoro alla ricerca della verità?
Ormai è fuori dubbio che lo stato sta facendo di tutto per mettere i bastoni fra le ruote alla magistratura che cerca di appurare la verità sulle stragi mafiose. E la mossa di napolitano di negare la pubblicazione delle intercettazioni, insieme ad alcune sue interviste contro la magistratura (di cui piuttosto dovrebbe essere il garante…), sono la dimostrazione di tutto ciò.
Concludiamo con una citazione di Paolo Borsellino tratta da un suo discorso:
“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”
Noi del Movimento 5 Stelle siamo proprio quel movimento culturale e morale a cui aspirava il magistrato palermitano. E credeteci, quel “fresco profumo di libertà” lo assaporiamo davvero, ogni giorno. Ed è una sensazione bellissima!
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